L’epicondilite o gomito del tennista
La sindrome del tunnel radiale o epicondilite resistente
In caso di recidiva, è importante valutare che il ripresentarsi della sintomatologia dolorosa non sia piuttosto legato a una patologia diversa dall’epicondilite, seppur presenti manifestazioni simili: la sindrome del tunnel radiale o epicondilite resistente, “resistant tennis elbow”, documentata sin dal 1972. Anche in questo caso, il dolore si irradia dal gomito alla mano, ma i test utili per diagnosticare l’epicondilite sono debolmente positivi o negativi.
Questo avviene perché vicino alla regione dell’epicondilo esterno, sede di epicondilite, passa il nervo radiale, che si divide nelle sue componenti: quella motoria, che innerva la muscolatura estensoria del polso e delle dita, e quella sensitiva. Le infiammazioni del nervo radiale possono, di fatto, mimare i sintomi dell’epicondilite, che viene così diagnosticata e trattata chirurgicamente in pazienti che in realtà soffrono di sindrome del tunnel radiale.
Accade così che il problema non si risolve ed il paziente continua a presentare la stessa sintomatologia nonostante l’operazione. La diagnosi di questa patologia neurologica viene, quindi, effettuata per esclusione. Attraverso risonanza magnetica al collo, si verificano eventuali radicolopatie cervicali, mentre al gomito eventuali masse come lipomi, cisti o gangli che potrebbero comprimere il nervo radiale e causare la sintomatologia dolorosa. Una volta escluse tutte queste possibilità, si procede con il trattamento chirurgico della sindrome del tunnel radiale.
Si tratta di un intervento di esplorazione del nervo, con l’obiettivo di isolarlo e liberarlo da tutte le possibili cause compressive, attraverso un’ampia incisione di 10-15 cm dalla porzione del gomito fino all’avambraccio. In base alla letteratura e alla esperienza del dr. Marcoccio, l’intervento è nella maggior parte dei casi (non tutti) risolutivo.