Illustrazione paralisi della scapola

La paralisi della scapola

La lesione del nervo accessorio spinale o anche XI nervo cranico, è causata quasi esclusivamente da una procedura chirurgica di biopsia linfonodale o asportazione di piccoli tumori benigni, come cisti o lipomi localizzati nella regione latero-cervicale, marginale e rare le lesione a seguito di ferite da taglio al collo o quelle determinate da incidenti stradali per stiramento e strappamento del nervo. Come ci ha spiegato il Dott. Ignazio Marcoccio, specialista in Chirurgia della Mano e Microchirurgia dei Nervi periferici, dell’Istituto Clinico Città di Brescia, “si tratta di un nervo motore, di piccole dimensioni che però riveste un’importanza fondamentale nella funzione della spalla in quanto è l’unico ad innervare il muscolo trapezio. Quest’ultimo, noto ai più per il movimento di “far spallucce”, ovvero sollevare il moncone della spalla, è invece fondamentale per i movimenti della scapola. Ma a che serve la scapola? La scapola ha il ruolo fondamentale di stabilizzare l’omero (quindi il braccio) durante i movimenti verso l’alto. In altre parole, il movimento di portare verso l’alto il braccio (elevazione ed abduzione) è possibile grazie ad un sinergico movimento tra muscoli propri della spalla (cuffia dei rotatori) e muscoli del dorso tra i quali primeggia proprio il trapezio. Infatti, questo muscolo consente alla scapola di ruotare sinergicamente all’omero, fornendo un vero e proprio “pavimento”, si cui poggia l’intero braccio. E proprio grazie all’attivazione armonica e straordinaria di tutte la varie sezioni muscolari del trapezio (un muscolo molto esteso che va dal collo fino a metà schiena) che l’intero arto superiore si eleva oltre gli 80-90 gradi al di sopra della testa. Per questi motivi, i risvolti di una lesione nervosa e di una conseguente paralisi del trapezio assumono dei connotati drammatici, soprattutto alla luce del confronto tra patologia iniziale (piccola cisti o masserella benigna, o biopsia linfonodale) e condizione finale di grave compromissione del movimento. Se osserviamo i pazienti affetti da questa paralisi, vediamo che la scapola colpita è ruotata e sporgente e durante l’elevazione del braccio non si muove in sincronia come invece è possibile notare nella scapola del lato opposto sano. La chirurgia in questi casi presenta due tipi di scenari: il primo, il più fortunato, è quello in cui è possibile trovare il moncone distale del nervo che rende possibile eseguire una ricostruzione tramite innesto nervoso (rarissima la possibilità di poter eseguire una sutura diretta dei due monconi). In questi casi, se trattato in tempo, consente al muscolo di recuperare le sue funzioni. Il secondo scenario invece, è quello meno fortunato, ovvero il caso in cui non è possibile ritrovare il moncone distale perché strappato o retratto per un lungo tratto e “perso” dentro il muscolo, dove non è possibile la ricostruzione del nervo e dove ci si dovrà affidare ad altre tecniche che presentano meno chance di recupero. Sta di fatto che la paralisi del nervo accessorio spinale o XI nervo cranico rappresenta un fatto molto grave per la funzione dell’arto superiore e il suo inquadramento diagnostico e terapeutico deve essere affidato specialisti del settore.

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