Gli infortuni nello sport agonistico

Anni di preparazione, sacrifici e tanto allenamento per giocarsi tutto nell’appuntamento più atteso: le Olimpiadi. Ma, purtroppo, sono tanti gli atleti che hanno dovuto abbandonare i Giochi olimpici di Rio a causa di un infortunio, alcuni dei quali anche spaventosi. Tra loro, particolarmente brutale è stato l’incidente del ginnasta francese Samir Ait Said. L’atleta, 26 anni, nell’atterraggio dopo l’esecuzione di un volteggio ha riportato la frattura di tibia e perone della gamba sinistra. Immagini shock anche quelle dalla finale olimpica di sollevamento pesi per la categoria fino a 77 kg: l’armeno Andranik Karapetyan, durante la seconda prova di slancio in cui sollevava 195 chili, si è procurato la frattura del braccio sinistro. Sfortuna olimpica anche per Vincenzo Nibali a Rio 2016: il corridore azzurro, caduto quando era lanciato verso l’oro della prova su strada di ciclismo, ha infatti riportato due fratture: una prossimale al collo e una distale. Ma la serie nera degli infortuni non ha risparmiato neppure Vincenzo Mangiacapre, costretto a lasciare anzitempo i Giochi Olimpici di Rio a causa di una frattura allo zigomo. Impressionante, poi, la caduta a 10 chilometri dal traguardo della olandese Annemiek Van Vleuten impegnata nella prova olimpica di ciclismo femminile: lo schianto contro il muretto le ha provocato una commozione cerebrale e tre vertebre fratturate. Il ginnasta tedesco Andreas Toba, infine, era in precarie condizioni fisiche ma ha effettuato il suo esercizio: uno sforzo che gli è costato la rottura del legamento crociato anteriore.

Alla luce di questi infortuni non è un caso se da diversi anni, nel corso di ogni competizione, alcuni ricercatori si mettono al lavoro per esaminare i rapporti degli infortuni redatti dai vari team medici appartenenti al Comitato Olimpico Nazionale, nonché dai medici curanti dei singoli atleti. Per ogni edizione i ricercatori hanno pubblicato uno studio sui loro risultati: ecco alcuni dei dati più interessanti. Nel 2008 sono stati 1.055 coloro i quali hanno subito un infortunio tra i 10.942 atleti in gara ai Giochi olimpici estivi di Pechino. E, di questi, ben il 72% è avvenuto mentre l’atleta era in competizione. Alle Olimpiadi 2010 invernali di Vancouver, invece, sono stati 287 gli sportivi colpiti tra i 2.566 iscritti alle gare. In questo caso, però, gli infortuni sono risultati equamente distribuiti tra preparazione in vista delle competizioni (54%) e gare vere e proprie (46%). Nel 2012, ci sono stati 1.361 infortuni tra i 10.568 atleti in gara ai Giochi olimpici estivi di Londra. Di questi, circa il 55% delle lesioni si è verificato mentre l’atleta era in competizione. Nel 2014, infine, ci sono stati 391 feriti tra i 2.780 atleti ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi in Russia. Solo il 35% di questi infortuni, però, si sono verificati in fase di svolgimento delle gare.

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