Illustrazione transfer tendinei

Cosa fare quando un nervo non recupera: i transfer tendinei

I transfer tendinei, come dice la parola stessa, sono dei trasferimenti di tendini da una sede ad un’altra. Abbiamo chiesto al Dott. Ignazio Marcoccio, specialista in Chirurgia della mano e Microchirurgia dei nervi, quando si ricorre a questo trasferimento. “Generalmente quando dopo una riparazione nervosa non si ottiene alcun recupero, oppure, quando il tipo di lesione controindica la ricostruzione”. Quali sono i casi in cui un nervo non può essere riparato? “Per esempio quando la lesione del nervo presenta una distanza tra i monconi (definita gap) tale che le possibilità di recupero sono minime”, oppure quando la lesione avviene nel punto in cui il nervo sfiocca in piccoli rami terminali tale da non poter essere ricostruito”. Può spiegarci meglio questo concetto? “Perché una ricostruzione nervosa produca un risultato efficace, il gap tra i due capi deve essere breve (la distanza varia da nervo a nervo e dipende anche dalla sede della lesione e c’è differenza se una lesione avviene alla spalla o alla mano). Il muscolo, senza i segnali trofici del nervo, a lungo andare si atrofizza e questo processo irreversibile pregiudica ogni tipo di movimento e di funzione da parte di quel muscolo. Il nervo rigenerando percorre una distanza di circa 1/mm al giorno, pertanto quando la distanza da colmare è eccessiva (difficile fornire una stima in centimetri perché, come già detto, è molto variabile), si corre il rischio che il nervo arrivi “troppo tardi” trovando un muscolo atrofico. Da qui la necessità di riparare una lesione nervosa in un tempo congruo (né troppo precocemente, né troppo tardivamente), ma anche di NON ricostruire un nervo il cui gap non consentirebbe un ragionevole recupero in tempi utili perché il rispettivo muscolo rimanga trofico. Quando invece la lesione avviene in una regione anatomica dove il nervo si sfiocca in tante piccole ramificazioni, non è proprio materialmente possibile ricostruirlo”. Come mai? ”Beh, consideriamo un cavo elettrico rotto di cui abbiamo le due estremità, in questo caso riusciamo a “giuntarle”, ma quando ne abbiamo una sola di estremità questo diventa impossibile”. Il paziente si deve rassegnare alla paralisi? Cosa possiamo fare in questi casi allora? “Fortunatamente esiste in questi casi limite e sfortunati ancora la possibilità di restituire un movimento sfruttando i transfer tendinei”.

Non perdete il prossimo post se siete interessati.

Condividi la news:
Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
PRENOTA UNA VISITA