Foto del Dr. Ignazio Marcoccio, relatore al 10th Congresso Mondiale di Microchirurgia

Congresso Mondiale di Microchirurgia

A Bologna, dal 12 al 15 giugno scorsi, sì è svolto il 10th Congress of World Society for Reconstructive Microsurgery (WSRM 2019) per il quale il Dott. Ignazio Marcoccio, specialista in Chirurgia della Mano e Microchirurgia dei Nervi dell’Istituto Clinico Città di Brescia, è stato invitato a svolgere tre relazioni. La prima di queste, intitolata ‘Do we actually know what a short nerve gap is?’, era incentrata sulle piccole perdite di sostanza nervosa (short nerve gap) per cui, insieme al Prof. Hitoshi Hirata, specialista giapponese di grande esperienza in quest’ambito, ha coinvolto altri autori internazionali dando vita ad una sessione davvero molto interessante. 
“Personalmente ho deciso di affrontare questo problema partendo da un’analisi critica – ci ha raccontato il Dott. Ignazio Marcoccio. La mia è stata una riflessione molto apprezzata e condivisa dal collega giapponese, uno specialista che da sempre stimo. A dispetto di un tempo in cui, non essendoci altre soluzioni, l’indicazione per la cura di una piccola perdita nervosa era la sutura diretta tra i due monconi del nervo, anche a costo di esercitare una certa trazione sul nervo, dagli inizi degli 2000 le cose sono cambiate. Rispetto a quegli anni, infatti, c’è stato un susseguirsi di ricerche in questo ambito ed uno sviluppo di condotti nervosi o tubuli di origine bioingegneristica. In passato ci si accontentava di una sutura diretta con una certa tensione pur di non procedere con un innesto di nervo, ovvero si tentava, quando possibile, di evitare di sacrificare un nervo sano, universalmente il nervo surale. Oggi lo sviluppo delle biotecnologie ci ha messo nelle condizioni di disporre di molteplici strumenti ‘a portata di mano’ e quindi sul posto di eseguire una sutura con una certa tensione si preferisce eseguire una ricostruzione per mezzo di un tubulo o condotto nervoso. A Brescia, per esempio, per arginare le piccole perdite di sostanza nervosa, usiamo il tubulo di muscolo in vena che altro non sono che una vena riempita di muscolo, cioè tubulo a costo zero. In altre strutture, invece, vengono impiegati tubuli che arrivano dall’industria ma che hanno inevitabilmente un costo.
Ovviamente quanto finora detto riguarda SOLO i nervi sensitivi, non i nervi motori.
Oggi la ricerca si sposta quindi verso il limite massimo di gap colmabile con questi condotti nervosi (ad oggi il limite è di circa 3 centimetri) perché oltre questa misura, purtroppo, i tubuli non garantiscono una corretta rigenerazione del nervo, quindi non funzionano. La reazione della platea rispetto all’approfondimento di questo argomento è stata molto positiva così come la risposta da parte del Prof. Hirata che, addirittura, mi ha invitato in Giappone per parlare di questo argomento”.

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